Generalmente i tre termini sono usati come sinonimi, anche se i primi due, “nuova nascita” e “rigenerazione”; esprimono lo stesso concetto, mentre “conversione” è la traduzione di due termini del testo in lingua originale che significano rispettivamente “ritornare, volgersi”, e “cambiamento di mente ed opinione”. Il termine italiano, invece, deriva dal latino e vuol dire rivolgimento e, secondo un dizionario moderno, “mutamento di vita ed abitudini”, “trasformazione”. E’ evidente, quindi, che il termine conversione in senso biblico non è passare da una religione ad un’altra, ma piuttosto “ravvedersi”, cambiare opinione e mentalità, essere trasformati come conseguenza della “nuova nascita” o “rigenerazione”. Spesso le tre parole sono utilizzate senza sfumature di significato, perché l’esperienza della nuova nascita produce necessariamente la trasformazione di mentalità e di carattere.
LA NUOVA NASCITA O RIGENERAZIONE
Nel Vangelo di Giovanni (cfr. 3:1-6), Gesù stesso parla della “nuova nascita”, come di quell’atto sovrano dello Spirito Santo per il quale Dio stesso impartisce la Sua vita divina all’individuo e lo rende “figliuolo di Dio”.
Comprendere e sperimentare la nuova nascita vuol dire “vedere” ed entrare nel regno di Dio” (Giovanni 3:3, 5).
Nonostante le opinioni umane tanto diverse riguardo alla “nuova nascita”, possiamo con certezza affermare che le parole di Gesù sono attuabili in ogni tempo, perché gli agenti di questa esperienza fondamentale della vita cristiana continuano ad essere:
a. La Parola di Dio
“… quand’anche aveste diecimila pedagoghi in Cristo, non avete però molti padri; perché son io che vi ho generati in Cristo Gesù, mediante l’Evangelo” (l Corinzi 4:15);
“Egli ci ha di sua volontà generati mediante la parola di verità …” (Giacomo 1:18);
“… siete stati rigenerati non da seme corruttibile, ma incorruttibile, mediante la parola di Dio vivente e permanente” (I Pietro 1:23).
b. Lo Spirito Santo
“… se uno non è nato d’acqua e di Spirito, non può entrare nel regno di Dio. Quel che è nato dalla carne, è carne, e quel che è nato dallo Spirito, è spirito” (Giovanni 3:5, 6);
“… son nati da Dio” (Giovanni 1:13);
“… Dio, nostro Salvatore ... ci ha salvati non per opere giuste che noi avessimo fatte, ma secondo la sua misericordia, mediante il lavacro della rigenerazione e il rinnovamento dello Spirito Santo” (Tito 3:4, 5);
c. La Fede
Gesù “… è venuto in casa sua, e i suoi non l’hanno ricevuto; ma a tutti quelli che l’hanno ricevuto egli ha dato il diritto di diventar figliuoli di Dio; a quelli, cioè, che credono nel suo nome” (Giovanni 1:11,12);
“… siete tutti figliuoli di Dio, per la fede in Cristo Gesù” (Galati 3:26). La rigenerazione, o “nuova nascita’’, è indispensabile ed insostituibile, in quanto tutti gli individui sono creature di Dio, ma diventano “figliuoli di Dio” per l’opera redentrice di Cristo, per mezzo di questo atto miracoloso e divino che Li fa “nascere di nuovo.”.
OPINIONI ERRATE
Da sempre l’uomo ha cercato di deviare dal consiglio preciso di Gesù Cristo e della Sacra Scrittura. Un esempio di questa pericolosa tendenza è riscontrabile nell’incontro di Gesù con Nicodemo, descritto nel Vangelo di Giovanni al capitolo 3. Questo teologo giudeo interpreta le parole di Gesù, “… se uno non è nato di nuovo, non può vedere il regno di Dio” (Giovanni 3:3), in senso terreno, ritenendole un paradosso.
La nuova nascita non è una nascita naturale ma soprannaturale; “Quel che è nato dalla carne, è carne; quel che è nato dallo Spirito, è spirito” (Giovanni 3:6).
Da allora, studiosi e teologi d’ogni tendenza hanno tentato di dare alle parole di Gesù il significato che più si confà alle proprie opinioni. Qualcuno ha detto che la “nuova nascita” è soltanto una esperienza psicologica: l’uomo in crisi esistenziale sarebbe afflitto dal “complesso di Dio” e, quindi, si illuderebbe di ritrovare calma e serenità in una esperienza religiosa. Altri hanno affermato che per nuova nascita s’intende soltanto un “assenso razionale” alle parole di Gesù, che darebbero all’individuo l’illusione d’essere coerente con se stesso.
Altri ancora considerano la “nuova nascita” soltanto un miglioramento morale in conseguenza dell’accettazione delle norme etiche del cristianesimo. Ma la risposta dell’Evangelo è inequivocabile: la nuova nascita non può essere un’esperienza psicologica né un semplice assenso razionale. Nicodemo, infatti, non riesce e spiegarsi la nuova nascita e dichiara: “… Come possono avvenir queste cose?” (Giovanni3:9).
La meraviglia, con una punta di ironia, che è rivelata dalla risposta di Gesù: “… Tu se’ il dottor d’Israele e non sai queste cose?” (Giovanni 3:10), evidenzia un fatto molto importante: non è possibile afferrare il significato vero della Scrittura sulla base della conoscenza umana, ma Dio lo rivela per mezzo dello Spirito Santo, “… perché lo spirito investiga ogni cosa, anche le cose profonde di Dio” (I Corinzi 2:10).
Ritenere la nuova nascita essere soltanto l’accettazione delle norme etiche insegnate da Gesù, vuol dire giudicarsi capaci di un miglioramento morale, fondandosi sulle proprie abilità, ma questo è totalmente contrastante con il concetto di “grazia” in Cristo: “… è per grazia che voi siete stati salvati, mediante la fede; e ciò non vien da voi; è il dono di Dio. Non è in virtù d’opere, affinché niuno si glori” (Efesini 2:8, 9).
LA CONVERSIONE
Questa esperienza interessa l’aspetto esteriore della vita cristiana della “nuova nascita”. La rigenerazione, o nuova nascita, è una profonda esperienza interiore e personale, che si manifesta esteriormente con la conversione. Se qualcuno è”nato di nuovo” immediatamente lo dimostrerà. La “nuova nascita” si manifesta con la “conversione”, cioè con una vita trasformata dalla potenza dello Spirito di Dio. Nessun passaggio da una forma religiosa ad un’altra, né da una denominazione ad un’altra, potrà mai essere considerata “conversione” in senso biblico, poiché questa esperienza è un atto soprannaturale che lo Spirito Santo compie in quelli che credono e ricevono Cristo come personale Salvatore e Signore.
UN ESEMPIO
Un caso esemplare di questa “nuova nascita” e “conversione” è quello di Saulo da Tarso, colui che sarebbe diventato Paolo, “l’apostolo delle genti”. Prima del suo incontro soprannaturale con Cristo, ci appare altezzoso, sicuro di sé e minaccioso. Dopo l’esperienza miracolosa sulla via di Damasco ecco il miracolo: crede, accetta Gesù come suo Signore ed immediatamente manifesta i segni incontrovertibili della vera conversione. Si lascia docilmente condurre in città., attende in preghiera chi potrà dargli altri consigli dalla Parola di Dio, accetta il ministerio guidato dallo Spirito Santo, ubbidisce al battesimo in acqua e poi sarà disposto ad essere “… uno strumento … eletto …” (Atti 9:15) per portare l’annuncio della salvezza in Gesù tra i popoli e sarà pronto a “… patire …” (Atti 9:16) per il nome e la causa di Cristo.
LA NECESSITÀ DELL’ANNUNCIO
Annunciare la nuova nascita, o rigenerazione, e la conversione a Cristo ed all’Evangelo è assolutamente necessario ed è parte della Buona Novella di Dio all’umanità, perché Gesù Cristo il Signore lo ha autorevolmente e perentoriamente affermato: “… In verità, in verità io ti dico che se uno non è nato di nuovo, non può vedere il regno di Dio” (Giovanni 3:3); “… Bisogna che nasciate di nuovo” (Giovanni 3:7). Tutti gli uomini, consapevoli della propria natura decaduta, hanno bisogno di una natura nuova, che può essere donata soltanto da Dio, per mezzo di Gesù Cristo, l’unico Salvatore: “… voi pure ha vivificati, voi ch’eravate morti ne’ vostri falli e ne’ vostri peccati … Ma Dio, che è ricco in misericordia, per il grande amore del quale ci ha amati, anche quand’eravamo morti nei falli, ci ha vivificati con Cristo Gesù (egli è per grazia che siete salvati), e ci ha risuscitati con lui e con lui ci ha fatti sedere ne’ luoghi celesti in Cristo Gesù” (Efesini 2:1, 4-6). Questo è l’unico modo per “vedere” ed “entrare” nel regno di Dio, un regno che non è terreno, ma è il governo che Dio esercita su quelli che hanno ricevuto Cristo per fede, ai quali”… egli ha dato il diritto di diventar figliuoli di Dio; a quelli, cioè, che credono nel suo nome; i quali non son nati da sangue, né da volontà di carne, né da volontà d’uomo, ma son nati da Dio” (Giovanni 1:12, 13).
Tratto da “A domanda risponde” di Francesco Toppi – Edizioni ADI MEDIA