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E' il Signore a rendere duri i cuori?

Adi Reggio Calabria
Pubblicato da in - Investigate le Scritture · 6 Maggio 2016
Il cuore di faraone era indurito dal peccato soltanto dopo le sue prime reazioni negative, Dio contribuì a renderlo più duro.
Risulta dalle Scritture che fu Dio ad “indurire il cuore” a Faraone (Esodo 9:12; 10:27; 11:10...).
E, allora, domandano alcuni, che colpa aveva egli, se era Dio stesso a renderlo insensibile? E come si concilia con il concetto di libertà di scelta o di libero arbitrio dell’individuo davanti a Dio?
Solo apparentemente c’è una contraddizione ed è dovuta purtroppo ad una lettura superficiale delle Scritture.
Dio stesso aveva previsto l’indurimento del cuore di Faraone (Esodo 4:21; 7:3), fino a far dire all’apostolo Paolo: “Poiché la Scrittura dice a Faraone: Appunto per questo io t’ho suscitato: per mostrare in te la mia potenza e perché il mio nome sia pubblicato per tutta la terra. Così dunque Egli fa misericordia a chi vuole e indura chi vuole” (Romani 9:17,18).
Ma, in realtà, come si svolsero le cose? Le troviamo dettagliatamente descritte nel libro dell’Esodo, dove Dio aveva previsto l’indurimento, da parte sua, del cuore di Faraone, ma in riferimento a quando Faraone stesso indurì il cuore per diverse volte (7:13,22; 8:15,19,32; 9:7).
Per ben sei volte, dunque, in occasione dei bastoni mutati in serpenti e delle prime cinque piaghe, fu Faraone a respingere il messaggio e gl’interventi di Dio. Quindi Dio indurì il cuore a Faraone, dopo che egli stesso per diverse volte e di sua spontanea volontà l’aveva indurito.
Dio indurisce, perciò dopo che i cuori volontariamente hanno scelto di indurirsi di fronte al Suo messaggio. Chissà cosa sarebbe avvenuto di bello, se Faraone si fosse aperto di fronte al parlare di Dio e avesse cercato di capire il suo messaggio di liberazione per Israele!
Dio offre, perciò, a tutti una possibilità e, spesso, più d’una. Poi, però, non agisce più mediante lo Spirito santo nel cuore dei ribelli, manifestando quindi tutta la sua ira e il suo giudizio.
I testi apparentemente contraddittori vanno letti, quindi, in questa luce.
Gli stessi indovini e sacerdoti filistei lo capirono: ‘Perché indurereste il cuor vostro come gli Egiziani e Faraone indurarono il cuor loro? Dopo che Egli ebbe spiegato contro ad essi la sua potenza, Gli Egiziani non lasciarono essi partire gl’Israeliti, sì che questi poterono andarsene?” (1 Samuele 6:6), come noi tutti possiamo capire il motivo per cui Dio indurì il cuore, per esempio, a Sihon, re di Heshbon: “Ma Sihon, re di Heshbon, non ci volle lasciare passare per il suo paese, perché l’Eterno 11 tuo Dio, gli aveva indurato lo spirito e reso ostinato 11 cuore, per dartelo nelle mani, come oggi difatti si vede” (Deuteronomio 2:30), e come il re Sedekia indurì il suo cuore per non convertirsi: “E si ribellò pure a Nebucadnetsar, che l’aveva fatto giurare nel nome di Dio; e indurò la sua cervice ed il suo cuore rifiutando di convertirsi all’Eterno, all’Iddio vivente” (2 Cronache 36:13), perché Dio condanna i padri degli Israeliti: “Ma essi non vollero dargli ascolto, e indurarono la loro cervice, come avevano fatto i loro padri, i quali non ebbero fede nell’Eterno, nel loro Dio” (2 Re 17:14) “Ma essi, mostri padri, si condussero con superbia, indurarono le loro cervici, e non ubbidirono ai tuoi comandamenti” (Nehemia 9:16) “Essi, però, non diedero ascolto, non porsero orecchio, ma indurarono la loro cervice per non ascoltare e per non ricevere istruzione” (Geremia 17:23) ed esorta i figli a non fare la stessa cosa (2 Cronache 30:8; Ebrei 3:7,8,15).
E “Beato...chi non indura il suo cuore” (Proverbi 28:14). Eppure il popolo stesso di Dio, a causa di una crisi o di un tempo di aridità spirituale e di religiosismo formale nelle cose spirituali, rischia di cadere in questa tremenda condizione: “O Eterno, perché ci fai errare lungi dalle tue vie, e induri il nostro cuore perché non ti tema? Ritorna, per amor dei tuoi servi, delle tribù della tua eredità” (Isaia 63:17) “Perché non avevan capito il fatto dei pani, anzi il cuor loro era indurito” (Marco 6:52) “Perché ragionate voi del non aver del pane? Non riflettete e non capite voi ancora? Avete il cuore indurito?” (Marco 8:17).
Ecco allora che Dio scarta quelli che indurano il loro cuore: “Era necessario che a voi per primi si annunziasse la parola di Dio; ma poiché la respingete e non vi giudicate degni della vita eterna, ecco, noi ci volgiamo ai Gentili” (Atti 13:46-49). “Che dunque? Quel che Israele cerca, non l’ha ottenuto; mentre il residuo eletto l’ha ottenuto; e gli altri sono stati indurati, secondo che è Scritto: Iddio ha dato loro uno spirito di stordimento, degli occhi per non vedere e degli orecchi per non udire, fino a questo giorno ... Perché, fratelli, non voglio che ignoriate questo mistero, affinché non siate presuntuosi; che cioè, un induramento parziale s’è prodotto in Israele, finché sia entrata la pienezza dei Gentili” (Romani 11:7,8,25) e, in alcuni casi, li indura ancora di più!
Il messaggio chiaro che traiamo, dunque, dalla vicenda di Faraone, come dagli altri testi biblici citati, è un’esortazione ad essere e rimanere sensibili alla voce di Dio che parla ad ogni cuore per la salvezza, per le benedizioni varie e per il servizio.
Non farlo costituisce un rischio dal quale dobbiamo guardarci, perché un tale atteggiamento non conviene affatto, poiché Dio è, oltre ad immenso amore, anche giustizia perfetta.
Farlo, invece, e obbedire, è il segreto della felicità eterna. Permettiamo al Signore di mettere al posto del nostro cuore di pietra un cuore di carne.
 
Paolo Lombardo - tratto dal periodico "Cristiani Oggi"



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