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Liberazione dall' Alcolismo

Adi Reggio Calabria
Pubblicato da in - Riflessioni Bibliche · 19 Aprile 2014

L'ALCOLISMO

Una piaga sociale ormai dilagata in tutto il mondo.
Se ne discute poco ma si tratta di un male subdolo e dannoso quanto la droga. Gesù Cristo è il vero Liberatore degli alcolisti.
Se una malattia è l'alterazione della funzione o della struttura di qualsiasi organo o parte del corpo contrassegnata da certi sintomi riconoscibili, allora l'alcolismo è una malattia.
L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) è d'accordo, con essa organismi governativi e medici di molte nazioni.

LO SVILUPPO DELLA MALATTIA.
L'alterazione della funzione c'è e a diversi livelli: fisico, mentale, emotivo ed anche spirituale. Anche i sintomi sono riconoscibili e danno l'indicazione delle tre fasi che caratterizzano un alcolizzato: iniziale, media ed avanzata.
Inizialmente ci sono vuoti di memoria e la fretta di consumare subito un bicchierino e poi un altro.
Durante il periodo successivo si verificano tentativi di non continuare più o negare addirittura il vizio, la malattia. Si verifica anche la perdita episodica del proprio controllo.
Nell'ultimo stadio ansie, paure, incubi, deliri, totale smarrimento dell'autocontrollo.
I dati sono allarmanti . Aumenta l'alcolismo nei giovani, ripete l'OMS. Su loro pesa molto il modello di vita dei giovani americani proposto ed amplificato dall'attuale società delle comunicazioni in maniera spes so distorta. Un esperto di quest'organizzazione ha dichiarato: "Cinema, mass media, pubblicità hanno abituato ad associare il consumo d'alcolici all'eroismo, alla ricchezza, ad una vita di successo e questo ha finito per condizionare moltissimo i giovani".
Sono soprattutto loro, i giovani, a bere. Cominciano presto e man mano aumentano le dosi. Un indagine condotta in Italia, a Bologna, ha fatto emergere che a 14-16 anni il 2,4% dei maschi arriva ad un litro di vino il giorno. Fra i 17 e 21 anni questa percentuale passa all'8,7% . Ma c'è chi beve anche di più. I ragazzi bevono di più ma le ragazze consumano più farmaci e la miscela con l'alcool è micidiale.
Consumati soprattutto per calmare ansia e depressione, gli psicofarmaci sono usati non solo dalle ragazze, ma anche dai maschi. Motivo: stanchezza, svogliatezza, voglia di "svegliarsi". Per dormire, poi, devono prendere qualcosa contro lo stress.
La combinazione alcool-psicofarmaci è la porta d'ingresso al mondo della droga. Nell'uno e nell'altro caso, infatti, il meccanismo è lo stesso: delegare ad una sostanza la soluzione dei problemi senza così affrontarli. L'alcool miete vittime ovunque. Negli U.S.A. furono accertati dati che lo fanno fattore determinante nel 30% dei divorzi e delinquenza minorile, 55% di lite e violenze domestiche, 90% d'abusi all'infanzia.
Si è discusso se è vero o no che alcuni sono predisposti all'alcolismo. Pur senza giungere a conclusioni definitive e rigorosamente certe, alcuni studi hanno rilevato che i figli degli alcolizzati sono quattro volte più soggetti all'alcolismo dei figli dei non alcolizzati. Anche quando ad allevarli, poi, ci sono stati dei genitori adottivi.
Inoltre in giovani nella cui parentela ascendente c'erano stati alcolizzati, si sviluppavano consistenti concentrazioni d'acetaldeide appena consumavano alcool. Questa sostanza che è prodotta quando il corpo scompone l'alcool ingerito, pare accentui la sensazione d'ebbrezza dell'alcool, finendo poi a fornire un più forte stimolo a bere ancora.
L'ubriachezza è dovuta ad un eccessivo bere e può essere solo episodico. L'alcolizzato fa "sempre" fatica a controllare la quantità dell'assunzione d'alcool.

COSA DICE LA PAROLA DI DIO
La Parola di Dio condanna ubriachezza ed alcolismo.
Il saggio nei Proverbi, ammoniva: " Non essere di quelli che son bevitori di vino che son ghiotti mangiatori di carne; che il beone ed il ghiotto impoveriranno ed i dormiglioni n'andran vestiti di cenci " ( Proverbi 23: 20-21 ).
L'apostolo Paolo spiegò ai Corinzi: " quel che v'ho scritto è di non mischiarvi con alcuno che, chiamandosi fratello, sia un fornicatore, o un avaro o un idolatra, o un oltraggiatore, o un oltraggiatore, o un ubriacone, o un rapace; con un tale non dovete neppure mangiare ".
La sua precisazione fu categorica: " Non sapete voi che gli ingiusti non erederanno il regno di Dio? Non v'illudete; né i fornicatori, né gli idolatri, né gli adulteri, né gli effeminati, né i sodomiti, né i ladri, né gli avari, né gli ubriachi, né gli oltraggiatori, né i rapaci erederanno il regno di Dio " ( I° Corinzi 5 : 11-13, 6:9-10 ).
L'alcolizzato deve essere aiutato.
Difficilmente si riesce ad allontanarsi da soli dall'alcool. Non è questione di volontà. La maggioranza degli alcolizzati ne possiede una buona dose. Dopo una sbornia sono capaci di alzarsi e vivere la giornata come tanti altri.
Occorrerà aiutarlo nella fase della disintossicazione. Se ci sono danni all' organismo bisognerà rimediare (cirrosi epatiche, mal di cuore, gastrite, ulcere e pancreatite, rischio cancro). Anche l'istruzione sarà utile. Ma non basterà. Comunque sapere i danni dell'alcolismo nel corpo potrà perlomeno aiutare a prendere coscienza del problema. Soprattutto sono i giovani che spesso sono disinformati delle possibili conseguenze.
Comunque Gesù rimane l'unico aiuto degli alcolizzati.
Solo la nuova nascita che Egli partecipa a chi accetta di diventare figlio di Dio, fa morire al peccato (e perciò al bere) e fa nascere ad una nuova vita . Così " le cose vecchie sono passate, ecco, sono diventate nuove ".
Nel ministerio di Gesù c'è anche " bandire liberazione ai prigionieri ", una versione inglese ha: " spezzare le cattive abitudini " ( Lu. 4:18 ).
L'alcolizzato che riceve Gesù come proprio Salvatore realizzerà: " Non v'è dunque alcuna condanna per quelli che sono in Cristo Gesù; perché la legge dello Spirito della vita in Cristo Gesù mi ha affrancato dalla legge del peccato e della morte ".
Il credente una volta alcolizzato troverà nella pienezza dello Spirito Santo una sobria ebbrezza ( Ef.5: 18-20 ). Ripieno di Spirito, sarà il liet motive della propria vita. Nessuno spazio alla carne ed al peccato, per lo Spirito Santo.
Non esistono alcolizzati cristiani. Esistono cristiani liberati dall'alcool. Per questi sarà buono attenersi alla regola dell'astensione totale. L'alcool anche a piccole dosi per i pasti, potrebbe diventare quel "fuoco in seno" pericoloso per sé e la testimonianza cristiana.
Gli altri che non hanno mai avuto questa tentazione tremenda dell'alcool, potranno bere. L'importante è farlo con molta temperanza ricordando che il nostro corpo è il tempio dello Spirito Santo.
A tutti il consiglio apostolico : " ogni cosa m'è lecita, ma non ogni cosa è utile. Ogni cosa m'è lecita, ma io non mi lascerò dominare da cosa alcuna ".

Davide Di Iorio




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