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Rosario Fotino (1900-1998)

Adi Reggio Calabria
Pubblicato da in - Calabresi 'Illustri' · 9 Marzo 2016
Rosario Domenico Fotino nacque a Vincolise, una piccola frazione di Magisano (Provincia di Catanzaro), il 13 febbraio 1900, da una famiglia di agricoltori. Quando la testimonianza dell’Evangelo giunse in quei luoghi, Rosario si convertì; era il 7 maggio 1922. Non aveva frequentato la scuola elementare, “qualcuno gli aveva insegnato semplicemente le vocali, ma poiché il ripeterle suscitava ilarità aveva smesso di proseguire nell’apprendimento delle consonanti” (1). Dopo la sua conversione, imparò da solo a leggere per poter conoscere la Bibbia e miracolosamente vi riuscì. “La conversione genuina aveva prodotto una rivoluzione nella sua vita di umile contadino. Aveva sempre con sé la Bibbia, persino in campagna. Nelle brevi pause che il lavoro gli consentiva, si nutriva delle Sacre Scritture” (2).
 
Nell’agosto del 1940, anche se i membri più giovani della piccola comunità erano emigrati, gli anziani Rosario Fotino, Stefano Parrotta e Saverio Veraldi, furono arrestati perché colpevoli di professare “apertamente la religione pentecostale che combatte ogni principio di autorità umana” e il documento firmato dal Prefetto di Catanzaro continuava: “Il Fotino Rosario è un assiduo e tenace propagandista e spesso tiene riunioni a  cui partecipano operai e contadini ignoranti e facilmente impressionabili” (3). I tre anziani della piccola comunità furono deferiti alla Commissione Provinciale per il Confino e condannati a tre anni di confino di polizia il 26 ottobre 1940. Privati degli anziani, i pochi rimasti, per continuare a tenere i culti si rivolsero alla Chiesa Valdese, che iniziò ad inviare saltuariamente un pastore. Il 15 gennaio 1941, la moglie del Fotino scriverà direttamente a Mussolini dichiarando di professare la religione valdese e richiedendo l’annullamento della condanna al confino per il proprio marito (4). Così, di fatto, da allora il piccolo nucleo di credenti si è integrato con la Chiesa valdese ed è curato saltuariamente dal pastore di Catanzaro. Rosario, però, pur partecipando ai culti non lasciò mai la propria genuina esperienza pentecostale. Egli raccontava che in un’occasione, il pastore, leggendo il capitolo due degli Atti degli Apostoli, su cui poi predicò, si fermò alla prima parte del versetto quattro: “Tutti furono ripieni di Spirito Santo”, ma Fotino nel suo originale modo di esprimersi, frammisto di italiano e dialetto, disse ad alta voce: “Pasturi ite avanti, ite avanti, lu versetto non è finito”, riaffermando così la dottrina pentecostale del battesimo nello Spirito Santo (5).
 
Pur non essendo un predicatore, era infatti un semplice “esortatore”, tutti però venivano colpiti dalla profondità delle sue citazioni bibliche. Anni or sono, invitato a dare la propria testimonianza nella Comunità ADI di Sassuolo (Modena),  “presentò invece, stupendo i fedeli, data la sua totale carenza culturale, uno studio sull’agire e manifestarsi dello Spirito Santo nell’Antico e nel Nuovo Testamento […]. L’evangelizzazione è stata una sua costante preoccupazione fino all’ultimo. Ogni occasione era buona per presentare l’Evangelo della grazia. In compagnia dei credenti i suoi argomenti preferiti erano: lettura della Parola, canto di inni al Signore e preghiera. Dopo la morte della moglie, avvenuta circa trent’anni fa, ha viaggiato continuamente per le comunità (ADI) della Calabria. Nelle sue brevi esortazioni spronava il popolo alla pienezza dello Spirito Santo, realtà che rende la vita dei credenti prospera ed efficace. La Parola era incisa nella sua memoria e la esponeva con garbo e sacra unzione … Era così forte l’amore e l’attaccamento alla Parola, che essa costituiva”, negli ultimi giorni della sua vita, “una medicina possente per le sue brevi e poche sofferenze provate. Il desiderio di voler morire tra le “braccia dei figli di Dio” e non tra quelle degli “egiziani” si è realizzato. I fedeli della minuscola frazione di Acquafredda-Caccuri (Kr) l’hanno amorevolmente accudito, proprio come un patriarca della fede” (6). Alla veneranda età di 98 anni, il 13 febbraio 1998, è andato col Signore, che ha servito ed onorato fedelmente per oltre settantacinque anni.
 
“Possa Dio suscitare, ancora oggi, uomini semplici, ma fedeli al Signore e alla Sua Parola” (7), simili a Rosario Fotino, che proclamino con l’autorità dello Spirito Santo il messaggio genuino di TUTTO L’Evangelo.
 
Francesco Toppi
 




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