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Tutte le cose che domanderete

Adi Reggio Calabria
Pubblicato da in - Investigate le Scritture · 7 Maggio 2016
“Perciò vi dico: Tutte le cose che voi domanderete pregando, crediate che le avete ricevute e voi le otterrete” (Mar. 11:24). “E tutte le cose che domanderete nella preghiera, se avete fede le otterrete” (Matt. 21:22).
“In verità, in verità vi dico che quel che chiederete al Padre, Egli ve lo darà nel nome mio” (Giov. 16:23).
Molti sinceri credenti, ma per la verità poco preparati nella conoscenza della Sacra Scrittura, leggendo o sentendo citare queste parole di Gesù trovano una contraddizione tra esse e la realtà delle esperienze quotidiane in merito a tante preghiere che non vengono mai esaudite. Altri, sempre poco introdotti nella Parola, le trovano in contraddizione addirittura con la stessa esperienza dell’apostolo Paolo che pregò tre volte per la sua guarigione e Dio non lo esaudì affatto (II Cor. 12:8,9), anche se dette la Sua risposta.
Ma esiste questa contraddizione? Niente affatto.
Intanto notiamo che le parole pronunciate da Gesù sono semplicemente stupende e di valore eterno. Pensiamo quanto bene hanno nella vita di tanti credenti nel corso dei secoli e quanti miracoli sono stati realizzati sulla base di cotante promesse!
Quelle parole sono del Figliuolo di Dio e trascritte per ispirazione dello Spirito Santo; il loro scopo è suscitare e incoraggiare la fede per ottenere le grazie soprannaturali di Dio.
Ma la stessa Scrittura che riporta quelle meravigliose parole, riproduce altrettante condizioni per ottenere da Dio quello che chiediamo:
a. Non dobbiamo chiedere per i nostri piaceri (Giac. 4:2,3);
b. Bisogna chiedere cose conformi alla volontà di Dio (I Giov. 5:14,15);
c. È necessario avere un cuore ubbidiente ai Suoi comandamenti e che sia riconoscente (I Giov. 3:21,22);
d. Si deve pregare con fede, senza dubbi (Giac. 1:5-7);
e. Occorre dimorare in Cristo e far dimorare le Sue parole in noi (Giov. 15:7);
f. È indispensabile portare frutto (Giov. 15:16);
g. Le preghiere vanno elevate nel nome di Gesù (Giov. 14:13,14; 16:23,24).
 
È chiaro, dalla stessa Parola di Dio, che per ottenere la realizzazione delle promesse, ci sono anche delle condizioni da tenere presenti, per sottomettervisi.
Siamo riconoscenti a Dio per quanto Egli ci assicura nel Suo parlare, ma non dobbiamo dimenticare che Egli è, oltre che amore, anche un Dio santo e giusto e che nel nostro soggetto particolare stabilisce delle regole da osservare, senza le quali le promesse rimangono per noi solo teoria. Da questo nasce la crisi nella quale alcuni cadono.
La Bibbia è certamente la verità, ma va presa nel suo insieme e non solo in alcune parole, tratte dal rimanente d’essa.
Il Salmista diceva a Dio: “La somma della tua parola è verità” (SaI. 119:160). Non c’è dunque contraddizione tra le” preziose e grandissime promesse” di Dio e l’eventualità che Egli non esaudisca le nostre preghiere, tra le sue assicurazioni e le nostre crisi.
Bisogna piuttosto esaminare se stessi, le proprie richieste, alla luce della Scrittura, per trovare dove sta l’ostacolo, poi eliminarlo e insistere con fede nella nostra preghiera, per realizzare potentemente la benedizione su noi.
Quando Gesù si accostò alla tomba di Lazzaro, disse: “Togliete via la pietra! Marta, la sorella del morto, disse: Signore, egli puzza già, perché siamo al quarto giorno. Gesù le disse: Non t’ho io detto che se credi, tu vedrai la gloria di Dio?...” (Giov. 11:30-40). Così tolsero la pietra e Lazzaro risuscitò!
Togli la pietra pure tu, credi, prega e vedrai la gloria di Dio!

Paolo Lombardo - tratto dal periodico "Cristiano Oggi"



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