Il risveglio è incominciato con una chiesa in attesa. L'attesa della chiesa era veramente un'attesa, era cioè "guardare verso qualche cosa che doveva venire"; "aspettare qualche cosa che ancora non c'era" e poiché quel che doveva venire, doveva venire dall'alto, l'attesa della chiesa era guardare verso l'alto.
Una chiesa che guarda verso l'alto è una chiesa che prega, e la chiesa del risveglio, cioè la chiesa dei giorni apostolici, era una chiesa in preghiera.
« Tutti costoro perseveravano di pari consentimento in orazione e preghiera.... » Atti 1 :14.
La chiesa non sapeva quanto sarebbe durata l'attesa perché l'unico riferimento al tempo era stato espresso dalle parole del Maestro: « ... voi sarete battezzati con lo Spirito Santo fra qui e non molti giorni» Atti 1:5.
Quale significato bisognava dare alle parole di Gesù? La chiesa invece di impegnarsi ad approfondire o risolvere la frase del Maestro si applicò fedelmente a viverla: cinque, dieci, trenta o cento giorni poteva durare l'attesa, ma la chiesa era disposta a guardare, guardare verso l'Alto.
E noi possiamo ammirare l'esempio di una chiesa che, senza un programma e senza un limite, si consacra ad una attesa in preghiera. Sono tutti in un medesimo luogo; hanno tutti un medesimo proposito; sono tutti animati da una stessa fede; e evidente che ognuno ha trascurato i propri impegni umani e sociali per aspettare il compimento della promessa di Gesù.
I giorni trascorrono, ma la decisione della chiesa non viene scrollata perché e veramente "decisione"; essa e li per "pregare fino all'esaudimento". Quella preghiera e elevata per fede, e calda per fervore, e pura nello scopo: e realmente la preghiera di attesa di una chiesa che è consapevole del risveglio che sta per arrivare.
Bisogna notare che la «chiesa è tutta li»; è vero che anche altri erano stati testimoni dell'opera di Cristo, ma quelli che sono li, nell'alto solaio di Gerusalemme, rappresentano nel modo più perfetto la chiesa di Gesù Cristo. In quella camera appartata, sono presenti gli Apostoli, Maria e le donne, i fratelli di Gesù e tutti coloro che hanno accettato la promessa ed hanno creduto in essa: tutti, tutti sono li, tutti attendono, tutti pregano, tutti sono pronti per ricevere.
Il risveglio è incominciato con una chiesa in attesa, ma non soltanto il risveglio apostolico: ogni risveglio e incominciato con una chiesa in attesa. Forse una piccola chiesa, una povera chiesa, ma una chiesa in attesa.
Se voi chiedete le origini del risveglio pentecostale, vi sentirete rispondere che esso e nato da una chiesa in preghiera. La potenza dello Spirito e discesa, anche in questo secolo, sopra un gruppo di credenti che attendevano, che guardavano in alto.
Il fuoco di questo meraviglioso risveglio, come il fuoco dei giorni apostolici, è stato alimentato dalla preghiera, perché tutti i credenti sentivano il bisogno prepotente di guardare in alto. Le riunioni di preghiera erano le riunioni più frequenti e più frequentate: i fratelli pregavano in casa, si raccoglievano in chiesa per pregare; pregavano prima delle normali riunioni di culto, si trattenevano a pregare dopo le riunioni; non tenevano in nessun conto il tempo, la stanchezza, gli impegni umani.
Era logico che la vita di ogni cristiano fosse esuberante della potenza del risveglio; essi respiravano il risveglio, bevevano il risveglio e si muovevano nel risveglio, servendosi sempre della preghiera. Il risveglio era per loro amore, l'amore che veniva dalla preghiera; il risveglio era per loro gioia, la gioia prodotta dalla preghiera: il risveglio era per loro santità, la santità generata dalla preghiera. Mentre erano prostrati davanti alla faccia di Dio trovavano tutto, tutto quello che apparteneva alla vita e alla pietà, cioè tutto quello che faceva e fa parte di un risveglio spirituale.
Dov'è oggi l'attesa della chiesa? Dove sono i cristiani che pregano, che guardano in alto, che aspettano qualcosa che deve venire? Sembra che i figliuoli di Dio, o la maggior parte di essi, non aspettino più nulla: vivono di quello che hanno, che hanno ricevuto che si sentono pienamente soddisfatti.
È perché non sentirsi soddisfatti? Le chiese sono numerose; i predicatori non mancano e sono eccellenti; i locali di culto sono diventati capienti e belli; il mondo ha mutato l'ostilità in referenza o addirittura in ammirazione; queste conquiste non devono produrre soddisfazione?
Povera chiesa! Non riesce più a considerare le realtà dal punto di vista di Dio!... che valore hanno le folle, i predicatori, i locali e l'applauso del mondo? Quello che ha valore, è necessario alla chiesa non si trova in queste cose, ma si trova soltanto nella potenza che viene dall'alto, cioè nel fuoco glorioso del risveglio. Ma alla chiesa vede che "le cose vanno bene", si sente felice e non prega; le riunioni di preghiera sono deserte, i credenti non si riuniscono più per pregare e anche individualmente la preghiera e diventata poco più di una debole e gelida consuetudine.
I gridi, le lacrime, le ansie, le attese spasimanti che i pionieri della risveglio pentecostale rinnovavano quotidianamente e costantemente davanti alla presenza di Dio, si sono allontanati da noi e nella notte fonda della crisi spirituale si odono lontani e deboli come il vagito di un poppante...; nessuno li distingue, nessuno sa riprenderli e continuare con lo stesso vigore, con lo stesso fervore col quale li innalzarono quei "padri nella fede" che sentirono i locali tremare, che videro il fuoco scendere e furono testimoni della potenza divina dello Spirito.
Essi non avevano locali, non avevano predicatori forniti di una preparazione tecnica, erano soltanto pochi ed avevano il mondo contro di loro; e pure sconvolsero il mondo: il loro cristianesimo era autentico, la loro testimonianza era luminosa! Queste caratteristiche erano il risultato naturale di una vita di preghiera perché un uomo che riesce ad incontrare Iddio riporta sempre dal monte fra gli uomini la luce e la gloria che egli stesso ha vedute e ricevute. Fino a tanto che la chiesa non avvertirà di nuovo ed imperiosamente il bisogno di vedere Dio, di guardare verso l'alto, di aspettare quello che può venire soltanto dal cielo, la guarigione si manterrà lontana; la chiesa potrà far sentire soltanto dal rantolo dell'agonia. Quando i credenti torneranno alla preghiera con l'anima assetata di Dio e nella preghiera riusciranno a perdere il concetto del tempo e dei loro interessi umani per trovare quella del proprio bisogno spirituale, il risveglio risorgerà e risorgerà potente. Le riunioni di preghiera devono tornare al centro delle attività cristiane; devono tornare per un impulso prepotente dell'anima che le vuole, le cerca come un mezzo per incontrare Iddio per aspettare, per guardare in alto. Oltre alle riunioni di preghiera deve tornare la preghiera individuale: si devono riaprire le camere segrete quelle camere devono tornare ad essere luogo preferito dei cristiani, di tutti cristiani: in quelle camere i figliuoli di Dio devono tornare a cercare l'alimento spirituale della loro vita, mediante un'attesa sincera, fedele, umile.
L'agonia di un risveglio: una chiesa che non prega, un popolo cristiano che non prega, un movimento che non guarda più in alto... tutti si muovono, si agitano, si spingono avanti, ma questa vertiginosa attività non è quella dello Spirito, ma del formalismo religioso; esteriormente la chiesa è in progresso, in ascesa, ma interiormente, e quindi sostanzialmente, la chiesa sta per morire.
Roberto Bracco