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Andrea Palamara (1932-2014)

Adi Reggio Calabria
Pubblicato da in - Calabresi 'Illustri' · 16 Marzo 2016
Sono nato il 14 gennaio 1932, ad Africo Vecchio, un piccolo paese sperduto sulle montagne dell’Aspromonte, dove ho anche trascorso la mia fanciullezza. All’età di 15 anni sono stato invitato dal prete del paese a recarmi con lui a Reggio Calabria per far visita al vescovo. Il suo scopo, come anche quello dei miei genitori, era di farmi restare dal vescovo per servirlo, pensando così di aiutarmi perché potessi accostarmi a Dio. Invece di avvicinarmi al Signore, cominciai ad essere sopraffatto da vizi come il fumo, il cinema, indulgere nella falsità, ecc.. In quel periodo della mia vita scoprii che non era certo quello l’ambiente giusto per conoscere e servire Dio. Rimasi al servizio del vescovo per 3 anni, fino alla sua morte, poi di malavoglia ritornai ad Africo Vecchio, un paese, a detta di tutti, dimenticato dagli uomini ed anche da Dio. In realtà non era così perché Dio, nel Suo grande amore, anche in quel paesino sperduto tra le montagne (non c’era luce elettrica, acqua, strade, rete fognaria, ecc.) aveva provveduto Suoi servitori per annunciare l’Evangelo.
Al mio ritorno, mi accorsi subito che c’era qualcosa di diverso in alcuni miei parenti. Una luce nuova emanava dai loro occhi e volevo sapere cosa fosse accaduto. Iniziarono cosi a parlarmi di Gesù, del Suo sacrificio e del Suo amore. Mi informarono che oltre alle riunioni di culto, i miei congiunti si radunavano di sera nelle case per continuare a pregare e lì, nel corso di una di quegl’incontri, m’intrufolai nascondendomi dietro ad un baule per curiosare. All’improvviso, però, mentre loro pregavano, quasi senza accorgermene, caddi in ginocchio ed anch’io cominciai a lodare e a glorificare il nome del Signore, avvertendo una gioia immensa che inondava il mio cuore.
Alla fine di quella preghiera ero diventato una nuova creatura. La pace di Cristo aveva invaso la mia vita.
Mi sentivo leggero come una piuma. Il Signore aveva lavato il mio cuore con la virtù preziosa del sangue di Gesù. In me si era verificata la nuova nascita. Da quel momento non ho più fumato, bestemmiato, ma mi sono messo al servizio del Divin Maestro.
In me c’era il desiderio di conoscere le cose di Dio, di ubbidire ai Suoi comandamenti, di stare sempre in comunione con i fratelli. Questo portò mio padre a vietarmi di frequentare quelle riunioni. Al mio rifiuto mi cacciò persino di casa, ma quello che il Signore aveva compiuto in me era più forte di tutti gli ostacoli che incontravo, quindi continuavo a servire il Signore, cercando sempre di più il volere di Dio nella mia vita. Di lì a poco il Signore si manifestò attraverso una profezia che diceva: “Appartatemi quel giovane per il Mio servizio”. Avevo soltanto 18 anni, non avevo studiato (avevo frequentato soltanto le elementari) ma sapevo di essere alla scuola del più grande Maestro e con umiltà risposi “si” all’invito del Signore. Da quel momento ho iniziato a parlare di Gesù e a predicare la Sua Parola, prima con timidezza, ma poi sempre con maggior fervore, riscontrando il favore di Dio e degli uomini. Nel 1951 il Signore provvide il modo per toglierci da quel triste paese attraverso un’alluvione. Tutti gli evangelici (e in 2 anni eravamo già un bel gruppetto) fummo mandati, su nostra richiesta, in uno stesso posto, cioè a Palmi. Anche in quel paese abbiamo cominciato a parlare di Gesù e ben presto si è formata una piccola chiesa. Intanto il governo ricostruì il paese, questa volta non più in montagna, ma in marina, infatti Africo Nuovo (RC) si trova sulla costa Jonica, a 75 chilometri da Reggio Calabria.
Prima di arrivare al paese nuovo mi ero sposato, in modo da avere anche la “baracca” per abitare con mia moglie. Abbiamo iniziato così a tenere dei culti anche ad Africo Nuovo. Intanto in quel periodo a Roma era stata aperta la Scuola Biblica e io avvertii nel cuore il desiderio di parteciparvi. Sapevo che era una cosa molto difficile perché avevo una famiglia da mantenere e povera perché economicamente era un periodo difficile per tutti. Non sapevo cosa fare e spesso mi ritrovavo in ginocchio per chiedere aiuto a Dio ma il Signore, che è ricco in misericordia, ha provveduto perché potessi frequentare la Scuola Biblica. Infatti, i fratelli di Africo mi incoraggiarono e non solo loro, ma anche i fratelli responsabili (i fratelli Toppi e Bracco), dandomi qualche aiuto. Tutto contento per la risposta avuta da Dio, feci domanda di partecipazione all’I.B.I. e non vi dico la gioia immensa che ho avuto quando ho saputo che era stata accettata.
Ho partecipato al III corso, che era solo di 4 mesi e sono partito grato a Dio, desideroso di conoscere sempre più le cose del Signore.
L’accoglienza dei fratelli fu meravigliosa. Cercarono di mettere subito tutti gli studenti a proprio agio, anche se c’erano tanti problemi (spesso ci mancava il necessario, ma il Signore provvedeva sempre). Ricordo in particolare un episodio. Una sera non riuscivo a prendere sonno per il freddo e un fratello studente ebbe la felice idea di prendere il ferro da stiro per riscaldarci …
Le difficoltà per me, pero, non erano solo quelle materiali. A volte anche le lezioni mi sembravano difficili. Non avevo mai sentito parlare di Omiletica, di Carismatica. Mi sembravano paroloni così difficili ma poi con l’aiuto del Signore e dei fratelli sono riuscito a superare ogni ostacolo, anche perché avevo realizzato nella pratica cosa era l’omiletica, infatti il Signore, nel Suo immenso amore, mi aveva usato tante volte nella predicazione della Sua Parola.
Ricordo ancora un altro episodio. Un giorno ci venne assegnato un compito in classe dal titolo: “Il processo immanente per intellezione”. Per un po’ rimasi perplesso. Invano cercavo nella mia mente cosa dovevo scrivere. Ad un tratto decisi di scrivere in sintesi quello che già sapevo bene e cioè: “Io so solo che il Signore mi ha salvato”. Chiuso il compito e lo consegnai. Questo aneddoto non vuole essere un esempio per i fratelli studenti di adesso, perché grazie a Dio la scuola è sempre più progredita; dai soli 4 mesi si è passati a 3 anni, e non soltanto questo, ma so pure che il Signore usa abbondantemente i fratelli responsabili, in modo che i giovani possano imparare bene le cose di Dio. Sono riconoscente a Dio per come si sviluppa l’opera Sua e per come ci porta avanti in questo cammino, facendo crescere del continuo in noi il desiderio di amarLo e di servirLo con tutto il nostro cuore. Ormai sono anziano, ma le forze spirituali non mi sono venute meno. Un consiglio che mi permetto di dare ai giovani è quello di continuare nel cammino di fede con sottomissione, umiltà e ubbidienza alla Parola, in modo da poter crescere nella grazia e nella conoscenza del nostro Signore.

Andrea Palamara





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